RECENSIONI AL LIBRO E ALTRI ARTICOLI SUL CENTENARIO
CATTURARE L’INVISIBILE, ANTICIPARE IL FUTURO. AUGUSTO RIGHI
di Ida Pia Tarantino
Quale magia c’è dietro il forno a microonde? E dietro una fotocopia? Che cosa c’entra la luce con l’elettricità? Per rispondere a queste – come ad altre – domande ci tocca scomodare uno dei giganti della fisica italiana ed europea, vissuto tra fine Ottocento ed inizio Novecento: il bolognese Augusto Righi (1850-1920).
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A tutti gli studenti dell’Alma Mater questo nome può risultare familiare essenzialmente per due motivi: l’Istituto e il Dipartimento di Fisica in via Irnerio portano il suo nome, così come una via in pieno centro. Anche una strada può essere luogo di memoria. In effetti, quella di attribuire a strade e piazze i nomi di scienziati, artisti e filosofi è una prassi tutta europea: “Lo scolaro europeo, e tutti quelli che vivono nelle grandi città, abitano quelle che sono delle camere di risonanza di grandi imprese storiche e intellettuali, artistiche e scientifiche”. (Una certa idea di Europa, George Steiner)
Ad ormai cento anni dalla morte, quello della memoria è un punto centrale per comprendere la vicenda scientifica ed umana di Augusto Righi, ma soprattutto la ragione per cui la nipote Liana Righi e suo marito Federico Spinozzi, con la collaborazione della prof.ssa Laura Fabbri del Dipartimento di Fisica, hanno realizzato un volume sulla sua vita e le sue scoperte: Augusto Righi. Catturare l’invisibile, anticipare il futuro.
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Trovandosi tra le mani un patrimonio inestimabile di documenti, appunti, fotografie e ricordi, si sono chiesti se il modo migliore per onorare questo gigante fosse conservare gelosamente tutto ciò oppure renderlo pubblico sotto forma divulgativa. Non è un caso che per la prima pagina del libro siano andati a ripescare il Goethe del Faust: “Ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, se vuoi possederlo davvero”.
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Uno dei modi per riconquistare ciò che si è ricevuto è donarlo. Ed ecco che il libro rende fede alla storia dello scienziato, facendo emergere l’esploratore, il docente universitario ed amico dei poeti, ma soprattutto un uomo come tutti gli altri. L’aspetto che probabilmente colpirà di più è che il Righi studente non brillava particolarmente. Fu all’università che accadde qualcosa di inaspettato, eppure decisivo: l’incontro con Antonio Pacinotti, il suo insegnante di fisica durante il triennio all’Istituto di Fisica. Pacinotti aveva inventato la prima macchina dinamica generatrice di elettricità a soli diciannove anni e fu la sua genialità ad accendere in quel giovane la scintilla del sapere, a risvegliare il desiderio inesauribile della ricerca.
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Per Righi è proprio il caso di dire che fu un insegnante a fargli scoprire la luce, a spalancargli la porta di un mondo affascinante ed ignoto, quello delle onde elettromagnetiche: non solo fu il primo a studiarle in modo sistematico, ma dimostrò che queste onde presentano gli stessi fenomeni delle onde luminose (fu lui a coniare il termine “fotoelettrico”), scoprì l’effetto elettromagnetico denominato Righi-Leduc e fu il primo a generare microonde.
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Ma non si limitò ad essere l’allievo di Pacinotti e neanche un grande scienziato, più volte candidato al Premio Nobel: egli fu un maestro, in particolare per Guglielmo Marconi, l’inventore della radio. Marconi seguiva come uditore le lezioni di Righi in Università e frequentava la sua casa, oltre al suo laboratorio. Nonostante la mancanza del giusto riconoscimento nei confronti del maestro, di fatto i suoi studi furono essenziali per le scoperte di Marconi che, esattamente come Cristoforo Colombo, inciampò in qualcosa che nessuno conosceva e neanche ipotizzava, ma di fatto cambiò il mondo.
Che cosa ci rimane della storia di Augusto Righi? Un punto fermo: che andando dietro a un’intuizione o a un incontro straordinario, possiamo esplorare l’invisibile fino al punto di scoprire il mondo dentro e fuori di noi.
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AUGUSTO RIGHI: SCIENZIATO, DOCENTE, SENATORE
di Laura Fabbri
A cento anni dalla scomparsa di uno dei più grandi scienziati italiani, l'Università di Bologna celebra Augusto Righi, "una delle guide spirituali della rinascita della ricerca scientifica in Italia", come lo definì il grande J.J. Thompson, scopritore dell'elettrone.
Nato nel 1850, Augusto Righi raggiunse la notorietà grazie ai suoi studi sull’ottica delle oscillazioni elettriche e ai suoi lavori sulle più importanti applicazioni tecnologiche dell’epoca, le comunicazioni elettriche con e senza filo: il telefono di Righi prima e, successivamente, l'oscillatore a tre scintille, che permise di produrre onde elettromagnetiche sufficientemente lunghe da poter essere utilizzate per le trasmissioni radio.
Negli anni successivi si dedicò allo studio dei fenomeni legati all'interazione tra onde elettromagnetiche e materia, argomento che dominò la fisica di inizio ’900, ancora una volta primeggiando sia in ambito sperimentale che teorico. Già professore affermato non rimase indifferente alle grandi rivoluzioni concettuali della relatività e della meccanica quantistica, tanto che l’8 giugno 1920, quando la morte lo colse improvvisamente, era intento a lavorare a un articolo dal titolo "Sulla teoria della relatività e sopra un progetto di esperienza decisiva per la necessità di ammetterla".
Le celebrazioni in sua memoria si sono aperte lunedì 12 ottobre alla presenza delle autorità civili e accademiche e della comunità scientifica, con una tavola rotonda, moderata dal Direttore di Le Scienze Marco Cattaneo, in cui i relatori Roberto Balzani, Luciano Maiani, Nadia Robotti e Paolo Brenni hanno tratteggiato la figura di Augusto Righi nei suoi vari aspetti: lo scienziato che dal 1905 al 1919 fu ininterrottamente nominato per il Premio Nobel per la fisica, il docente, fondatore nel 1907 dell’allora Istituto di Fisica (ora l’attuale Dipartimento di Fisica e Astronomia), e il Senatore, che ricoprì la carica dal 1905 alla fine del secondo governo Giolitti.
In questa occasione il Magnifico Rettore Francesco Ubertini ha intitolato allo scienziato il Dipartimento di Fisica e Astronomia, che ora porta il nome di "Augusto Righi", è stata inaugurata l'esposizione permanente che comprende strumenti scientifici e manoscritti dello scienziato e sono state presentate tre ristampe di testi dello stesso Righi, "L'ottica delle oscillazioni elettriche" (Zanichelli: Bologna, 1897); "La moderna teoria dei fenomeni fisici" (Zanichelli: Bologna, 1904),"Comete ed elettroni"(Zanichelli: Bologna, 1911) e un'opera di carattere divulgativo di Liana Righi e Federico Spinozzi sulla vita e l’attività scientifica del grande maestro intitolata "Augusto Righi: catturare l'invisibile, anticipare il futuro"// (Morellini: Milano, 2020).
Il secondo appuntamento è stato un concerto pubblico, tenutosi giovedì 15 ottobre presso l'Aula Absidale di Santa Lucia, in cui sono state proposte musiche del repertorio di musica vocale e da camera di Ottorino Respighi, grande musicista bolognese legato ad Augusto Righi da un rapporto di amicizia e reciproca stima.
Data la limitata disponibilità di posti, tutti gli eventi sono stati trasmessi in streaming e sono ora reperibili al sito dedicato all'evento.
Le celebrazioni RIGHI100 continueranno fino alla fine dell'anno con iniziative dedicate a studenti e al grande pubblico.
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La Stampa Novara Vco - 17/11/2020
Corriere di Bologna - 26/6/2020
Il Resto del Carlino - 19/11/2020
Eco Risveglio - 19/11/2020
Montese Notizie - Natale 2020